Aggiornamento 7

Carissimi tutti, eccoci ancora con voi. Certamente vi starete chiedendo come sta andando in  questa tormentata area dell’Africa. L’ebola c’è ancora qua e là soprattutto lungo il confine con la Guinea e vicino alla capitale dove è stata terribilmente letale. E’ molto diminuita, infatti qualche giorno viene annunciato senza nuovi casi e allora gli studenti della scuola gridano di gioia, quasi segno di liberazione da un incubo….ma poi gli insegnanti devono  richiamarli all’ordine  e far capire a loro che….non è ancora finita.

LA SPERANZA RIABBRACCIATA

Le due foto qui sopra esprimono tutta la forza della speranza. Sullo sfondo della prima c’è la nostra scuola secondaria e in primo piano un’appariscente infiorescenza: siamo al culmine della stagione secca, pochissime foglie, niente erba, ma la natura non teme neppure il secco, quando giunge il suo tempo esplode. Nella seconda foto gli studenti  entrano in cortile e si lavano le mani prima di avviarsi verso le classi. Anche questo è segno di vita, di nuova speranza che vuole rifiorire completamente nel cuore di tutti loro.

Il 14 di aprile abbiamo riaperto le scuole. La grande arteria stradale che passa davanti alle nostre scuole si è riempita di  innumerevoli colori, effetto delle variopinte divise scolastiche degli alunni, che camminavano verso le diverse scuole. Grande vociare, saluti gridati da dovunque, piccole gare di corsa quasi a voler vincere anche il tempo. Gioia e vita. E’ stato emozionante vedere entrare nella nostra scuola più di seicento studenti, ma al tempo stesso ci ha tenuti tutti un po’ col fiato sospeso, con ancora tante domande……. Tra di loro sguardi di gioia, vociferare forte di chi si rivede dopo tanto tempo,  espressioni che manifestavano un senso di liberazione. Purtroppo, dopo due ore dall’inizio delle lezioni, un bambino ha cominciato a vomitare in classe.

Sono scattate immediatamente le  misure precauzionali: il bambino, assistito da un insegnante, è stato  messo in isolamento  in una stanzetta apposita, mentre il banco, la sedia e tutto quanto venuto a contatto con il vomito è stato lavato con acqua clorinata e disinfettante. All’inizio non aveva febbre ma circa mezz’ora dopo la sua temperatura è salita a 39°. Subito si è cercato di avvisare i parenti che  però stavano lavorando e non rispondevano al telefono. La madre era nei villaggi a sensibilizzare la gente circa l’ebola. Alla fine siamo riusciti a rintracciare  la sorella che insieme ad una vicina di casa sono venute a prenderlo. Voi direte: tutto normale! Così sarebbe stato se…… l’ebola non fosse mai comparsa. E’ difficile abituarsi a queste situazioni, ma ci stiamo sforzando.

Quasi ogni giorno ci sono scene di questo tipo ma ora sembra che tutti si stiano rinfrancando, che  stiano ritrovando la gioia dello stare insieme e quella libertà che  fa sperare in un domani migliore. La situazione va migliorando di giorno in giorno e alcuni studenti  arrivano  in ritardo scusandosi    perchè, abitando nei villaggi più lontani,  non erano al corrente della riapertura della scuola.

Durante  le iscrizioni dei ragazzi, quante storie abbiamo udito, quanta morte ha attraversato le famiglie, quante difficoltà superate nella disperazione, quanta solitudine vissuta lontano dai propri cari, quanta incertezza nel domani! Fratelli e sorelle di ogni età persi, papà, mamme, nonni, nonne, zii e zie, cugini …. mancano all’appello ma….la famiglia allargata ha aperto le braccia e, nuovo affetto, nuova amicizia, nuovo calore sono entrati  nel cuore. Nuova vita, nuova opportunità di guardare al futuro. CHE GRANDE COSA E’ L’ACCOGLIENZA. E tutto questo anche  grazie al vostro continuo aiuto, alla vostra generosità, ai vostri piccoli o grandi sacrifici per farvi presenti a chi ha bisogno. Nei  villaggi, quando andiamo a portare gli aiuti, i bambini non sono più  tanto timorosi e vengono vicino sorridendo. Gli incontri stanno cambiando, anche se non sono ancora completamente ritornati alla normalità. Abbiamo cominciato a dare agli orfani, oltre al cibo, anche vestiti, ciabatte, sandalini e quaderni( a chi è in età scolare).

 All’apparire dei vestiti  tutti hanno esultato e passandoli ad uno ad uno fra le mani li guardavano increduli come se fosse stato da sempre un desiderio mai appagato. Anche questo aiuta a guardare oltre, a pensare che il domani potrà essere diverso, che si può ancora sognare e far sì che i messaggi di vita siano più forti di quelli di morte  portati dall’ebola. La povertà è immensa e la precarietà  altrettanto grave. Il nostro impegno è  far sì che la vita riacquisti la sua vitalità e diventi stimolo che apre al futuro con sguardo positivo. Il cibo per il momento rimane il bisogno più importante, ma un po’ alla volta tutta la loro condizione verrà considerata in modo globale affinchè ciascuno  possa  ricevere  un aiuto completo.

Fin dall’inizio, nel consegnare il cibo ,e ora anche il vestiario, abbiamo pensato bene di aggiungere  anche 10 € in moneta  per quelle necessità impreviste alle quali  noi  non possiamo provvedere. Gli orfani completamente assistiti sono più di 800 accolti in 150 famiglie. Se facciamo una media di 10 persone per famiglia i veri assistiti sono circa 1500 e forse anche di più.

Vi confessiamo che è proprio bello essere le vostre mani tra queste realtà, ed è bello provare il senso profondo di riconoscenza che si legge sui volti della gente.  Questa gratitudine ha ripreso ad esprimersi anche come canto di ringraziamento. Grazie ancora per il Vostro sostegno. Grazie  per lo sforzo che state facendo per alleviare le sofferenze di qui. Ci viene ora spontaneo  rivolgere il nostro pensiero anche al continente asiatico e in particolare al Nepal che si trova in una sofferenza grande, grande. I popoli che soffrono sono uniti dal  comune desiderio di poter superare le difficoltà nella condivisione  e nel sostegno reciproco.

Grazie ancora e che Dio vi benedica.

La comunità di Lunsar