Carissimi amici, un saluto riconoscente da questa nazione che non ha ancora trovato una via per poter superare il diffondersi dell’ebola. Tanti sono i tentativi messi in azione almeno per limitare gli effetti di questa diffusione ma arrivano sempre tardi. Anche a Lunsar sta per partire un centro di monitoraggio e verifica su malati per accertare se è ebola o qualche altra cosa. Pensate che lo si attendeva da settembre. I prossimi giorni si aprirà questo centro e speriamo che in contemporanea sia aperto anche l’ospedale almeno per aiutare la gente che non ha il Virus.
Speriamo che con questa nuova attività si riesca a sapere, in tempo, i risultati dell’analisi del sangue e così aiutare meglio le persone.
I bambini assistiti: siamo in contatto con tutti eccetto una bambina che vive in un villaggio molto lontano che non è facilmente raggiungibile durante la stagione delle piogge. Siamo comunque fiduciosi di rivederla appena la tensione del virus e le piogge stesse diminuiranno.
Sei assistiti hanno perso i loro genitori o coloro che avevano cura di loro. Li conosciamo e stiamo cercando di aiutarli meglio possibile.
A tutti i bambini è già stato distribuito il sapone medicato per lavarsi mani e corpo. Questa sarà un’attività che continueremo finchè ci sarà pericolo. Questo aiuto è possibile anche perchè ci sono pervenute offerte per combattere l’ebola. Ringraziamo tutti coloro che ci sono sempre vicini anche con questi gesti di solidarietà.
Vorrei poi condividere con voi il momento importante vissuto il primo di novembre nella “town hall” di Lunsar. Le autorità cittadine hanno pensato bene di festeggiare coloro che sono sopravvissuti all’ebola. E’ stato emozionante vedere 45 persone di ogni età (dai quattro mesi fino ai sessantacinque anni) che con l’aiuto del personale medico e delle famiglie sono riuscite a superare questo terribile virus. La maggioranza di loro sono giovani o ragazzi. Ognuno ha la sua storia meravigliosa. Uno di questi (14 anni) quando ha visto arrivare l’ambulanza che doveva caricare tutta la famiglia per portarli a Port Loko dove c’è il centro per il trattamento, è riuscito a scappare dalla finestra e nascondersi dentro il bosco. E’ stato cercato ma inutilmente. Dopo due giorni si è presentato lui stesso al dispensario perchè si sentiva stanco e ha raccontato la sua storia. Portato al centro è riuscito a guarire, unico membro della famiglia.
Una bambina di quattro mesi si è salvata perchè la madre che ha capito di avere l’ebola, ha smesso di darle il suo latte e l’ha affidata ad una signora che stava per completare il trattamento e che era sopravvissuta. Dopo qualche giorno la madre è morta e questa bambina ha trovato un’altra madre che non morirà più di ebola perchè l’ha superata.
Storie di vita, storie di vittoria. Anche questo fa parte della solidarietà umana perchè la vita è un dono indescrivibile. Ogni storia ha sconfitte e vittorie. Queste due come tante altre, sono vittorie, frutto di un amore donato da tante persone che hanno saputo far sì che nella lotta contro il virus esplodesse il desiderio di vita.
La missione cattolica di Lunsar ha creato una Task force per intervenire in modo continuo e positivo nei vari problemi che la situazione attuale ci sta presentando. Vi elenco quanto insieme cercheremo di portare avanti:
I sopravvissuti: molti sono soli e si trovano a gestire se stessi con difficoltà. Vogliamo cercare di reinserirli all’interno della struttura della “famiglia allargata” offrendo a chi li accoglie il cibo per almeno i primi tre mesi;
Gli orfani: simile tentativo è già in atto per far sì che le famiglie di parenti li accolgano. Forse noi ci meravigliamo perchè non l’abbiano già fatto ma vorrei che comprendessimo le difficoltà di ogni famiglia e uno o due o tre piatti in più al giorno non sempre sono possibili.
Le vedove con figli o anziani: stesso aiuto come sopra.
I poveri, i ciechi, gli handiccapati: anche queste persone sono in difficoltà. Se nei tempi normali trovavano sempre qualcuno che offrisse loro un aiuto, ora sta diventando difficile.
Nel prossimo aggiornamento condivideremo con voi anche questa esperienza. Un grazie sempre riconoscente a nome anche di quanti vivono grazie al vostro aiuto.
Che il Signore vi benedica.
I missionari Montecchiani