CONDIVISIONE

Carissimi amici, dopo un lungo periodo,ci rifacciamo vivi per condividere, ancora una volta con tutti voi, le meraviglie che la vostra generosità sta creando. Spesso ci sentiamo coinvolti in una forma bellissima di dono,dove la riconoscenza diventa visibile con canti e danze da parte di chi riceve. Canti e danze improvvisati e spontanei,che invocano benedizioni per chi dà senza chiedere niente. Durante una distribuzione in un villaggio, il responsabile dell’area ci ha chiamato e ci ha tradotto quello che le donne, bambine e la gente stavano cantando: “Siete passati di qui, avete saputo delle nostre sofferenze, non avete esitato a venirci in aiuto anche se non ci conoscevate. Il Dio che sa quanto dolore state risollevando, ricompensi voi,insieme a tutte le vostre famiglie e amici.

Che cosa possiamo volere di più? Queste benedizioni sono copiose su di noi e su tutti voi.

Eccovi quindi il resoconto economico del costo di quanto abbiamo dispensato da fine AGOSTO a fine DICEMBRE 2015:

Riso: per un valore di 17.263 €

Fagioli: per un valore di 922 €

Olio: per un valore di 4.316 €

Latte in polvere: per un valore di 2.518 €

Latte per infanti: per un valore di 6.611 €

Zucchero: per un valore di 460 €

Dadi da brodo: per un valore di 571 €

Sale: per un valore di 111 €

Cipolle: per un valore di 1.116 €

Sapone medicato: per un valore di 1.380 €

Conc. di pomodoro: per un valore di 820 €

Farina vitaminizzata: per un valore di 547 €

Altro cibo 1.233 €

Assistenza medica per un valore di 1.563 €

Gasolio + manutenzione veicoli per un valore di 733 €

Varie logistiche 382 €

Ufficio scarico, carico ecc 3.560 €

Vestiti,ciabatte, sandali, scarpe ecc 123 €

Biscotti vitaminizzati: un mese fa, sono arrivati altri due containers da Zenson di Piave (TV) uno per i bambini della nostra zona e uno per Freetown.

TOTALE SPESE: 44.229 € .

Una riflessione è di obbligo su questo ammontare. Da agosto abbiamo usato un nuovo sistema di sostegno mirato ad aiutare quelle realtà che l’ebola ha colpito maggiormente. Quindi, gli orfani ricevono il cibo necessario mese per mese.

In questo momento stiamo aiutando 500 orfani e famiglie.

Il GRAZIE va a tutti voi che sapete starci vicini come ASSOCIAZIONI , GRUPPI o SINGOLE PERSONE. Sentitevi ricordati da chi ,in questa terra, ha ripreso a sorridere e sperare grazie al vostro aiuto. Permetteteci un grazie particolare al Centro Missionario di Vicenza che ci ha fatto pervenire tutte le offerte di “un pane per amor di Dio”(Quaresima 2015) del vicariato di Montecchio Maggiore : un grazie a tutte le parrocchie coinvolte.

Ed ora,desideriamo condividere con voi, tre piccole storie di AMORE E VITA di cui siamo venuti a conoscenza durante i nostri viaggi,da villaggio in villaggio, nelle zone rurali:

Storia di SULLAY BANGURA​

Sullay è nato il 20 agosto 2012 a Petifu Kana Tenday e appartiene a una della tante famiglie colpite dall’ebola. Suo padre Mohamed Bangura, due fratelli e una sorella sono state vittime dell’ebola nel 2014. Solo la madre Aminata Turay e Sullay si sono salvati perchè, poco prima che l’ebola entrasse nel villaggio, sono scappati dalla nonna in un villaggio vicino. A Petifu sono morte 39 persone e gli unici superstiti sono stati quelli che sono riusciti a fuggire prima che il virus si diffondesse. Per molti mesi nessuno ha osato ritornare nelle case in quanto lo consideravano un villaggio maledetto.

Purtroppo,due mesi fa,anche la mamma di Sullay è mancata a causa di un’infezione,lasciandolo orfano. Il villaggio della nonna l’ha subito adottato e si è preso cura di lui fino quando, poco tempo fa, la zia Ramatu Bangura(sorella del papà) è andata a prenderlo per portarlo a casa sua.

Quando Sullay è scappato con la mamma da Petifu ha portato con sé un cagnolino,che gli ha fatto compagnia tutti questi anni.Sono amici inseparabili e hanno un legame talmente forte che il bambino non mangia se il suo cane non è con lui. Purtroppo ,il primo giorno del suo arrivo al villaggio della zia,una motocicletta ha investito il cane che, ferito e sanguinante, è scappato dentro il bosco. Per Sullay è stata una vera tragedia. Disperato e piangendo diceva che se fosse capitato qualcosa al suo cagnolino, unico affetto che gli era rimasto di tutta la sua famiglia, se ne sarebbe andato via pure lui. I giovani del villaggio impietositi dal suo dolore,sono andati a cercare il cane, l’hanno curato e riportato da Sullay. Ora sono ritornati felicemente insieme. Questo avvenimento ha reso Sullay simpatico e ben voluto da tutti. La gente lo descrive come un bambino molto intelligente e maturo.

Storia di MOHAMED KARGBO

​​Anche Mohamed è nato a Petifu Kana Tenday nove anni fa. L’ebola è entrata nella sua casa portata da un amico del papà che stava scappando da Lunsar. Il padre Abu Kargbo, i tre fratelli, la sorella e Mohamed stesso ne sono stati colpiti.Il giorno che i seppellitori sono arrivati, ben protetti, per seppellire i morti del villaggio,sono entrati nella sua casa e visto che nessuno dava segno di vita, hanno messo tutti dentro dei sacchi di plastica speciale e deposti dentro una fossa comune scavata poco lontano.Mentre attendevano l’arrivo del responsabile che doveva clorinare i sacchi, un anziano presente ha notato che il sacco di plastica, con dentro Mohamed, si muoveva. Subito ha gridato ai seppellitori di tirarlo fuori. Quando hanno aperto il sacco si sono accorti che il bambino respirava ancora. Mohamed è sopravvissuto in modo miracoloso! Ha perso tutta la sua famiglia, ma l’anziano che lo ha fatto rimuovere dalla fossa lo tiene con sé perchè, dice:“è Dio stesso che l’ha salvato facendomi essere lì al momento giusto, ora è figlio mio”.

La storia di tre gemelline: RUGIATU, JOSEPHINE, MAMIE TURAY

Sono nate il 13 marzo 2013 e vivono nel villaggio di Mamango.

La mamma, Aminata Conteh,due ore dopo aver partorito le tre figliolette,con la scusa di dover andare in bagno,è uscita dalla stanza del dispensario ed è fuggita via.

Quando le infermiere si sono accorte che ritardava a rientrare sono uscite a cercarla.

Sono riuscite a trovarla a cinque km dal dispensario mentre tentava di salire su un’auto che l’avrebbe portata dai famigliari che abitano in capitale. Confusa e spaventata ha spiegato che stava scappando perchè, avendo solo due seni, non sarebbe riuscita ad allattare le tre neonate.

 

 

Con grande delicatezza e dolcezza è stata riaccompagnata al dispensario dove le infermiere l’hanno incoraggiata e aiutata con quanto potevano.Poi hanno anche suggerito di cambiare i nomi delle tre bambine, che avrebbero dovuto essere secondo la tradizione: Sentho, Sinneh, Mayitteh.

Anche per il papà Idrissa la notizia della nascita delle tre figlie è stata sconvolgente. Di famiglia povera, infatti, ha subito pensato alle enormi difficoltà che avrebbe incontrato per mantenere le gemelline.

Quando la gente del villaggio ha saputo del caso si è subito mobilitata per aiutare, sostenere e rincuorare i nuovi genitori. Ora le bambine sono accolte da tutti, stanno crescendo bellissime e si assomigliano così tanto che la gente non riesce a distinguerle. Hanno anche un’altra particolarità: quando una si ammala, le altre due restano sane e quando questa guarisce automaticamente le altre due si ammalano.

Con grande gioia vi informiamo che Sullay, Mohamed, Rugiatu, Josephine e Mamie, hanno già trovato delle famiglie in Italia che, con l’adozione a distanza, li sosteranno e accompagneranno nella loro crescita.

Chissà quante di queste storie sono state vissute vicino a noi. Sono storie di VITA,storie della forza di condivisione-sostegno che è comune tra i poveri; sono storie che dovrebbero farci capire come ognuno di noi potrebbe essere artefice di qualcosa di grande, di miracoli, se fosse capace di fare attenzione a quello che gli accade attorno.

Ne approfittiamo per farvi gli AUGURI di BUONA PASQUA. Che questa grande festa diventi per ciascuno di noi, nell’anno del giubileo della misericordia, fonte di scoperta dell’amore di un Dio risorto che è passato attraverso l’amore della croce per donarci salvezza.

Che Dio vi benedica.

La comunità di Lunsar.