Ancora una volta, cari amici, vi raggiungiamo con nostre notizie dalla nazione che in questo momento continua ad essere la più tormentata. Possiamo anche dire,  però ,che qualcosa di molto positivo sta avvenendo, infatti i nuovi casi di ebola  sono quasi dimezzati e in continua diminuzione Questo  fa ben sperare che, nel giro di qualche mese, l’ebola sarà  completamente sotto controllo  se non addirittura sconfitta.Tuttavia qui,attorno a noi,sembra trovi ancora terreno fertile e questo è dovuto al  fatto che  qualcuno è più interessato a conservare le tradizioni che non a  impedirne la diffusione.

In queste tre settimane abbiamo assistito oltre cinquanta case poste in quarantena,dove in ognuna c’è stato almeno un decesso per ebola. La maggioranza dei contagi avviene tramite  persone che si spostano per commercio o da parenti ospitati  provenienti da zone ancora infette. Ad oggi, le case da noi assistite sono novanta,di cui nove per ben due volte.

Non è facile vivere in quarantena.Si è costretti all’isolamento forzato senza contatti umani.Soprattutto a livello psicologico nascono  gravi disagi. Abbiamo spesso notato che se per la prima settimana rimane in loro il desiderio di condividere, col passare del tempo depressione e malinconia hanno il sopravvento. E’ per questo che raccomandiamo alla gente  del villaggio di non abbandonare le persone costrette a stare in casa, ma di sostenerle, incoraggiarle,di tenerle informate e aggiornate su quanto accade, donando  loro forza e coraggio.

Qualche giorno fa abbiamo portato un po’ di cibo in un villaggio dove sono morte cinquantasei persone. Purtroppo le  cinquantatrè  famiglie rimaste,avendo da poco terminato la quarantena,non hanno potuto raccogliere il loro riso che è andato perduto insieme ad altri prodotti della terra. La situazione è veramente difficile per questo villaggio e  confidiamo che presto, a livello distrettuale, qualcuno intervenga in loro aiuto.. Ci sono anche tre case  rimaste  completamente vuote, dopo  la  morte di tutte le persone  che ci vivevano dentro. Nessuno  trova il coraggio di occuparle, aspettano che sia fatta la disinfezione ( subito compiuta dalle persone competenti) ma certamente c’è anche un po’ di timore legato alle loro tradizioni.Comunque noi adotteremo, anche in questo villaggio  tutti i bambini orfani ( circa  una sessantina).

Per il momento non abbiamo novità che riguardano  i bambini sostenuti con le adozioni a distanza.Stiamo tentando, e non con poche difficoltà, di far  loro le foto per potervele mandare entro qualche mese.

Altra  particolare  attenzione  è riservata agli orfani…… sono veramente tanti! E il pensiero corre a cercare le soluzioni migliori per aiutarli. Vi abbiamo sempre scritto che non toglieremo i bambini dalle loro case, ma cercheremo in tutti i modi di far sì che siano affidati a qualche adulto appartenente al ceppo di origine. E’ bene che crescano insieme e nel loro ambiente. Pensando poi al  futuro ci verranno richiesti grandi sforzi per riportarli a scuola e per aiutarli a crescere anche culturalmente. Il dopo ebola, che prevediamo molto difficile, diventa una sfida che deve essere già coscientizzata oggi se si vorrà dare una risposta  appropriata ad ogni situazione.

La povertà è in continuo aumento e quindi cercheremo di rispondere sufficientemente alle necessità dei più bisognosi.

L’assistenza medica non solo è importante ma fondamentale. In questi giorni è stato riaperto,in modo parziale, l’ospedale  Fatebenefratelli di Mabesseneh, chiuso da agosto dopo la morte ( per ebola) di un  religioso chirurgo spagnolo e di diverse infermiere. Per il momento sono garantite  visite e prestazioni mediche a livello ambulatoriale  ma non ancora  le degenze. Auspichiamo che nel giro di qualche settimana si possa arrivare anche all’apertura della pediatria e della maternità con l’aiuto promesso da dottori volontari che già hanno ispezionato l’ospedale.

Questo dà grande speranza a tutti. Se consideriamo che durante questa emergenza, quasi certamente, i decessi per  malaria o altre malattie sono stati molto più numerosi di quelli per l’ebola ,si comprende benissimo quanto sia di vitale importanza avere un ospedale operativo.

Ancora una volta portiamo a vostra conoscenza  quanto abbiamo speso finora per portare aiuto nel modo  descritto nel precedente aggiornamento: sono stati spesi circa 44.000 €. Questo vi fa capire come le necessità in questo periodo siano aumentate e  di come noi abbiamo  risposto. Vi confessiamo che la gioia  provata nel portare aiuto è grandissima, perchè la nostra presenza dona sorrisi anche ai volti  spenti ,ma  soprattutto dona la certezza di non essere abbandonati.

Andando a portare il cibo a una casa messa in quarantena, dove su 19 persone 11 erano al di sotto dei tredici anni, abbiamo preparato anche dei sacchettini con caramelle e qualche palloncino da gonfiare. Come abbiamo posto i sacchettini vicino al filo che limitava la zona di quarantena, il volto di quei bambini si è illuminato di gioia.Distribuiti i sacchettini  la gara a chi riusciva a gonfiare i palloncini è diventata movimento, grida e vita, più importante anche delle caramelle che pure c’erano nel sacchettino.Uno  spettacolo straordinario!

Ed ora ancora un racconto che ci ha fatto capire l’importanza del dono disinteressato e dell’aiuto che diamo ai nostri ragazzi.

Yusifu è un nostro ex allievo. Lo conosciamo molto bene perchè, quando era ragazzino,ci siamo occupati di lui.Lo abbiamo accolto nella nostra scuola e gli abbiamo trovato un benefattore che l’ha sostenuto con una borsa di studio..Proveniva da una famiglia poverissima che viveva in un villaggio lontano da Lunsar. E’ cresciuto pieno di volontà e desiderio di apprendere. Ha imparato un mestiere nel centro professionale e con il nostro aiuto ha trovato subito un impiego. Ha lavorato per qualche anno con una compagnia straniera e finito il contratto si è dato da fare per trovare qualcosa altro per sostenere la famigliola che nel frattempo si era formato.Tutt’oggi è impegnato nel suo lavoro.

La domenica prima di Natale, un padre saveriano , passato di qui, ci ha consegnato una busta. Apertala abbiamo trovato 500.000  leoni ( pari a quasi 100€ ) e un bigliettino con su scritto: “ perchè possiate aiutare qualcuno povero come lo ero io”…….Yusifu.

Stupenda solidarietà e riconoscenza. Per noi missionari è stata una ricompensa che non ha prezzo e per voi benefattori la consapevolezza che ogni aiuto dato porta a grandi benedizioni.

 

VILLAGGIO DI MATHEMPRA

E’ un villaggio all’interno di una zona rurale popolato da circa 400 persone che nei mesi scorsi è stato raggiunto dall’ebola..E’ arrivata perchè un papà è andato a prendere il figlio ammalato, che si trovava con una zia in capitale, e l’ha portato a casa per assisterlo. Purtroppo l’epidemia è stata inevitabile ed il temibile virus  è  riuscito  a portarsi via ventinove esseri umani (inclusi i genitori del ragazzino ), lasciando 48 bambini orfani,chi di mamma,chi di papà e chi di entrambi i genitori.

F2

Il  villaggio si è assunto l’oneroso compito di accudirli e di non abbandonarli e allora…..  abbiamo pensato bene di  ADOTTARLI TUTTI  a NOME VOSTRO certi che, con il vostro aiuto,  riusciremo a sostenerli e garantire  loro un futuro.

Notizia importante: poche ore fa il Presidente ha tolto i divieti di viaggio da un distretto all’altro senza permessi e ha rimosso quasi tutti i posti di blocco. L’EBOLA STA PER ESSERE SCONFITTA.

Grazie per tutto ciò che avete fatto e state facendo per noi. Se siamo riusciti ad aiutare tante persone è perchè  siete venuti in nostro soccorso con grande generosità.

Da loro e da noi la Benedizione di Dio.

La comunità di Lunsar

Ps: Uniamoci nella preghiera ricordando  la Mamma di Padre Gianni  mancata qualche giorno fa. Il nostro affetto, poi ,riesca a lenire la sofferenza che la perdita di una mamma crea sempre nel cuore. Grazie