Per tutti gli amici che ci seguono con tanto affetto in questo momento difficile di tutta l’West Africa.

Un saluto riconoscente e affettuoso dai missionari. Sappiamo che molti di voi chiedono informazioni non solo circa la nostra salute ma anche circa i bambini adottati, i bambini malnutriti e anche come veramente è la situazione qui. Cercheremo di mantenervi informati quanto possibile attraverso il sito di Selineh.

Situazione a oggi 24 ottobre: Il virus si sta ancora espandendo in Sierra Leone, colpendo anche aree dove prima era quasi assente. Le ragioni alla base di questo sono da attribuire prima di tutto al continuo movimento di gente attraverso anche i sentieri dei boschi che vanno a visitare parenti e amici; poi alla loro cultura ricchissima di fisicità e alle tradizioni anche sui morti che non “devono” essere sepolti senza purificarli (lavarli e vestirli meglio possibile) per aiutarli ad essere accolti dignitosamente nel nuovo mondo. Poi c’è anche l’affetto paterno o materno, famigliare che spinge a stare accanto ai figli, ai genitori anche quando hanno contratto l’ebola e questo è comprensibile essendo l’unico modo per togliere la disperazione da chi sa che deve morire. La legge di questo letale virus vieta tutto questo………. anche se sono famigliari. Quando si vive con una persona che ha il virus il contagio è scontato e la morte molto più veloce dei cosiddetti 21 giorni che dovrebbe avere l’incubazione. Oggi i ventun giorni sono diventati cinque-sei per chi tocca un paziente e la morte è quasi immediata. Immaginate quale squilibrio, tutto questo, sta creando anche nella mente di questi popoli. Se con i giovani si riesce ad ottenere qualcosa, con gli adulti e anziani è quasi impossibile perchè troppo radicati nella loro cultura. Sorprende vedere che anche alcuni insegnanti non accettano la realtà del virus. Non vi scriviamo numeri o percentuali perchè questa sofferenza non può essere classificata dai numeri ma dal cuore di tanta gente che ogni giorno deve fare i calcoli con la quotidianità di quanti sono rimasti. Comunichiamo solo che gli orfani sono tanti e il pericolo è che, anche se hanno superato l’ebola, molti di loro non siano accolti nelle famiglie di amici e parenti come era tradizione prima. Tutti temono l’ebola.

Il controllo della malattia non è ancora stato preso in mano dalle autorità, che faticano anche a distribuire il personale sanitario straniero che è arrivato da diverse parti per aiutare a combattere questo virus. Speriamo che questo sia fatto presto.

Anche l’economia è al collasso. Alcuni prezzi sono cambiati ma generalmente possiamo dire che si trova ancora di tutto nei negozi. Dai villaggi i vari rifornimenti di prodotti locali stanno diminuendo proprio perchè non è possibile coltivare la terra come prima.

La povertà della gente ora è più visibile.

Noi continuiamo con le nostre attività dei bambini adottati e per i bambini malnutriti. A tutt’oggi distribuiamo l’aiuto economico ogni mese e quindi siamo al corrente che ci sono tutti. Il dubbio è solo per un bambino che non abbiamo visto nell’ultima distribuzione ma dobbiamo considerare anche che non sempre sono qui. Ma tutti gli altri sono sani. Anche per delle medicine siamo in contatto con una farmacia che dà quanto è necessario per malaria e altre febbri. Questo vi conferma quanto fondamentale sia il vostro contributo, ancora di più oggi in questa tragedia immane.

Continuiamo anche a celebrare nelle cappellanie e a sensibilizzare la gente su come affrontare le difficoltà. Non è più come prima, quando la gioia dei bambini ti impediva anche di smontare dalla macchina perchè tutti volevano la prima carezza dal missionario, oggi tutti sono fermi, ti guardano, quasi a chiederti una carezza ma….. anche il missionario non deve farlo, perchè anche questo fa parte delle forme prudenti e fa capire ai bambini che non devono avvicinarsi ad estranei. E’ tuttavia anche uno degli atteggiamenti che dobbiamo avere per proteggere noi stessi. Niente segno della pace durante la messa, niente comunione in bocca ma sulla mano, niente affollamenti ma finita la preghiera si va a casa. Naturalmente le scuole sono chiuse e si riapriranno solo quando le nazioni saranno finalmente liberate dall’ebola. Non sappiamo quanti dei nostri studenti mancheranno all’appello ma speriamo siano pochissimi.

Ecco vi abbiamo descritto qualcosa di quello che avviene qui e mi piace terminare comunicandovi con gioia che dall’ebola si può guarire e sono più di mille coloro che sono tornati ad una vita normale dopo aver superato la malattia. Dobbiamo ringraziare tutti coloro che stanno facendo un lavoro rischiosissimo con i malati e sono in molti. Tanti sono gli espatriati ma tantissimo è il personale locale. Sono persone straordinarie, capaci di guardare a chi hanno di fronte con gli occhi empatici e coraggiosi di chi vuole sconfiggere il virus per far sì che la vita ritorni a sorridere con la natura che in questo momento è un bellissimo inno alla vita.

La nostra riconoscenza si unisce a quella dei tanti che attraverso le nostre mani ricevono il frutto della vostra generosità. Che il loro grazie diventi benedizione e alito di gioia per tutti voi e le vostre famiglie.

A voi tutti il nostro grazie immenso e che Dio vi benedica. Padre Gianni e Mario