Aggiornamento 6

Carissimi amici un caldo saluto dalla Sierra Leone. Eccoci ancora una volta a condividere con tutti voi la nostra realtà Sierraleonese. Qui siamo un po’ più rilassati guardando all’epidemia dell’ebola. In alcune  aree ben note, ci sono ancora casi di contagio, ma sono in continua diminuzione. La settimana scorsa ci sono stati in tutta la Sierra Leone 22 nuovi casi. Attualmente in tutta la Sierra Leone ci sono solo 75 persone ricoverate nei centri di trattamento e  poche case in quarantena.  Lentamente l’ebola sta scomparendo e questo grazie ai tempestivi interventi di assistenza e prevenzione. Appena un nuovo caso si manifesta, chi fa parte della “ebola task force” si muove per verificare ed eventualmente prelevare i malati dalle case. Questo è positivo e fa pensare che, fra non molto, anche questa epidemia virale non creerà altre stragi perchè sarà fermata.

Tutto sembra portare verso una positività anche nella vita di ogni giorno. E’ vero che per tre giorni di fine marzo saremo ancora una volta costretti a rimanere chiusi in casa per permettere altre ricerche e scovare là dove ci possono essere probabili nuovi casi, ma sappiamo già che lunedì 30 marzo cominciano gli esami nazionali del terzo anno della Junior sec. School e questo ci fa capire che anche a livello nazionale si vuole dare un motivo di speranza. La vita deve continuare, anche se non bisogna mollare le precauzioni e le attenzioni verso questo virus, killer invisibile. Saranno prese tante precauzioni come la misurazione della temperatura per ogni persona che entra a scuola, come il lavarsi le mani prima di arrivare al banco di scuola, come l’evitare di toccarsi ecc. Sono le precauzioni normali che non è ancora tempo di smettere.

Le nostre attività sul territorio continuano sostenute dalla vostra generosità. L’ultima casa messa in quarantena è del 21 marzo e da allora nella nostra larga zona non ci sono stati più casi. Comunque in tutto abbiamo assistito circa 130 case (di cui 14 due volte e tre tre volte). Noi speriamo che non ci sia più questa necessità, anche se noi restiamo sempre pronti ad intervenire dove il bisogno ci chiama.

In questo momento la nostra  ATTENZIONE è rivolta ai tanti, tantissimi ORFANI che vivono  nei villaggi che abbiamo assistito in questo drammatico anno. Nella nostra lista aiutiamo già più di cinquecento ORFANI che   mensilmente riforniamo di cibo. Ci stiamo anche preparando a dare qualche aiuto extra se le scuole riprenderanno. L’importante per ora è non farli sentire soli e accompagnarli anche nel recupero di tutto quello che di bello la malattia ha cancellato. Abbiamo anche una lista di altri 350/400 orfani che stanno bussando alla nostra porta e che provengono da quei villaggi che noi abbiamo assistito con le case in quarantena.  Quindi il nostro intervento e oneroso impegno è richiesto proprio nei villaggi.

Uno di questi ha ben 86 orfani a causa dell’ebola e 14 orfani da prima ebola. In questi giorni siamo andati a portare ad alcuni villaggi l’aiuto mensile di cibo e sapone medicato con un piccolo contributo economico. Vi confesso che nonostante sia passato un po’ di tempo, i volti non hanno ancora riacquistato i loro sorrisi. E questo lo si nota in tutti, anche nei bambini. Qualcuno di loro viene anche vicino e vorrebbe comunicare con noi, ma la loro proverbiale libertà sembra ancora attraversata dalle immagini della loro vita difficile, dai “no” sentiti dire tante volte, dalle privazioni che hanno sofferto e che hanno tolto la loro spontaneità, dalle proibizioni del poter giocare con tutti, dall’ostacolo che la morte ha continuamente posto tra il loro presente e il loro futuro creando dentro ansie che speriamo possano ancora una volta essere superate. Qualche volto sta riprendendo la gioia dell’incontro e si illumina soprattutto se una mano porge un palloncino o una caramella. Allora la vita sembra riacquistare il desiderio di godere anche per questo piccolo dono.

La gioia più grande che proviamo dentro di noi è il sapere che nostro/vostro aiuto, pur limitato, ha come risultato la sopravvivenza di tutti i bambini aiutati nei villaggi. Sono certo che piano piano la vita esploderà nella gioia, soprattutto nei villaggi che vivono anche della natura circostante, e questa natura, nonostante la stagione secca, mantiene ancora il suo bellissimo verde intenso delle erbe della savana e delle piante del bosco che resistono ad ogni caldo e anche al fuoco usato per pulire il bosco. In questo momento le nuove foglie sembrano essere fiori dai magici colori intensi che abbelliscono i paesaggi. La vita sembra riprendere ma molto più lentamente di quello che noi pensavamo. Questo ci fa riflettere sul fatto che molto probabilmente le menti, il cuore, la voglia di fare sono ancora frenate dall’ansia e dalla paura. Siamo ancora in un momento di emergenza, come affermato dal Presidente e questo non dobbiamo e non possiamo dimenticarcelo.

Un’altra cosa che stiamo osservando è l’aumento della povertà un po’ dovunque: nei grandi villaggi perchè il costo della vita è aumentato come nei villaggi interni, dove non si vedono ancora sforzi di preparazione dei terreni per la nuova stagione agricola. Forse molta manodopera è stata spazzata via dall’ebola. Tuttavia abbiamo osservato altre cose interessanti e cioè più ordine nei villaggi, più pulizia, più organizzazione tra gli anziani e giovani. Si ha l’impressione che un po’ tutti abbiano capito che anche queste cose possono tenere l’ebola lontana.

L’ospedale dei Fatebenefratelli di Mabesseneh, aperto ancora in febbraio, ha ripreso il suo servizio alla popolazione. Oltre alla chirurgia, la maternità e la pediatria anche la normale attività delle visite mediche ambulatoriali cominciano avere pazienti sempre più numerosi e questo significa che la fiducia in queste importanti istituzioni sta riprendendo forza.

Per il 15 di aprile anche la scuola dovrebbe ripartire sperando che nel frattempo non ci siano più nuovi casi. Questo certamente porterà vitalità alla realtà nazionale anche se la paura dell’ebola continuerà ad attraversare ogni attività che metta insieme tante persone.

Ci fermiamo qui perchè vogliamo che questa lettera vi arrivi prima della Pasqua, non solo per farvi gli auguri ma per dirvi anche quanto importanti tutti voi siete in questo momento ancora difficile per la Sierra Leone. Le vostre preghiere danno coraggio e ci permettono di sentirci amati e seguiti e quindi pronti ad affrontare quello che la Provvidenza ci mette di fronte, mentre la vostra generosità distribuisce sorrisi e speranza di vita là dove ci muoviamo. Proprio per questo vorrei ora donare a tutti voi il nostro GRAZIE e il GRAZIE di quanti, in questa foto, rappresentano tutti coloro che  vi portano nel cuore.

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Permetteteci di dire grazie ai gruppi e realtà che ci stanno seguendo da vicino. Un grazie speciale va alla nostra congregazione dei Giuseppini del Murialdo che continua a farsi presente in tante forme; grazie a tutte le nostre comunità religiose sparse in tutto il mondo, che hanno creato condivisione e sensibilità verso questa gente; 

grazie a Murialdo World ed ENGIM per averci aiutato a far riaprire gli ospedali di Lunsar e Makeni attraverso un progetto finanziato dal Governo Italiano e fondi raccolti apposta; un grazie particolare all’ufficio missionario di Vicenza che ci ha permesso di dare aiuti importanti fin dall’inizio; grazie ancora ai gruppi Missionari del Vicariato di Alte-Montecchio ecc.

 che hanno sensibilizzato la gente proponendo di donare la raccolta, un pane per amor di Dio del tempo quaresimale, alle realtà che stanno fronteggiando il post-ebola in Sierra Leone; grazie a tutti quei gruppi missionari e non, che si sono organizzati per farci pervenire qualsiasi aiuto; grazie alla onlus SELINEH che ci è stata vicinissima fin dall’esplodere della malattia sensibilizzando, anche con un sito particolare sull’ebola, soci, gruppi e amici e raccogliendo aiuti;

 grazie agli amici dell’Onlus Around us di Monastier, all’onlus Amici della Sierra Leone di Parma, a Rainbow for Africa di Torino che  ancora in luglio si sono dati da fare per farci pervenire, anche via cargo aereo, tutto ciò che era necessario per proteggere gli operatori sanitari e attrezzare anche i dispensari nei villaggi più remoti delle stesse sicurezze mentre Gli amici di Parma fornivano due ambulanze tanto essenziali e altri aiuti; 

grazie agli amici di Stezzano – Bergamo che subito si sono organizzati per mandarci aiuti per le nostre attività; grazie al GRC di Breganze che ci ha seguito e aiutato continuamente; grazie ai nostri famigliari e parenti tutti per averci accompagnati in modo tutto speciale nonostante le ansie che portavano nel cuore; grazie ai tanti gruppi di amici che si sono  tenuti in contatto con noi e si sono organizzati per raccogliere aiuti; un grazie agli amici del centro Missionario di Villaverla, da dove partono i nostri containers, per la disponibilà e generosità mostrata sempre; un grazie particolare va anche alla Transmec che ha messo a disposizione tanti containers; 

grazie agli ex-allievi che si sono mostrati sensibili e preziosi; grazie a tutti voi che, pur non facendo parte di organizzazioni ci siete stati vicini e continuate ad esserlo. Molti vostri volti sono ben presenti mentre altri non li abbiamo mai visti ma sappiamo che fate anche voi parte di quella Provvidenza che dona vita. 

Grazie a tutti voi, mani invisibili che ci avete fatto pervenire il segno del vostro amore e della vostra solidarietà, sentitevi tutti parte di questa grande famiglia che qui, nella sopravvivenza frutto della vostra generosità, innalza a Dio l’inno di benedizione che sarà sempre benedizione per tutti voi. NESSUNO SI SENTA DIMENTICATO, MA PARTE DELLA “FAMIGLIA ALLARGATA” CHE AMA IL MONDO.

E allora l’augurio di Buona Pasqua ha un sapore di vita nuova, di vita ridonata, di vita che guarda al futuro, di vita che si riapre alla speranza perchè è bello essere famiglia, è bello essere solidali, è bello amare. Che l’amore della Risurrezione vi dia tanta forza e coraggio per guardare al domani come a una nuova opportunità che ci viene donata per essere parte di un amore universale.

Che Dio vi benedica.

La comunità di Lunsar

Orfani di Mabamba in lista di attesa per essere aiutati. (gli adulti nella foto sono i sopravvissuti)

GRAZIE ANCORA E BUONA PASQUA DI RESURREZIONE.